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martedì 10 maggio 2011

Pescato in Italia: profilo di settore 6/5/2011 Sloweb

I dati più recenti sul settore della pesca marina forniti dal Centro Studi Lega Pesca indicano una riduzione del numero di addetti nel periodo 2002-2007. Con un maggiore picco tra il 2005 e il 2007, il totale è passato da 33.177 a 28.542, registrando una diminuzione del 14%. In leggera controtendenza la presenza femminile, che ha segnalato un aumento di 107 unità, pari all’8% circa, raggiungendo quota 1449 nel 2007. 

Nonostante traspaia un lieve e continuo invecchiamento degli addetti alla pesca, l’età media resta relativamente giovane, oscillando tra i 41 e 43 anni. Esaminando la loro distribuzione geografica, si rileva per ogni anno una consistente concentrazione delle nascite nelle regioni meridionali e insulari, da cui proviene il 61,4% del totale nazionale degli addetti al settore. 

Gli stranieri impiegati nella pesca costituiscono il 5,8%. Questo dato è un indicatore, e nello stesso tempo una conferma, della tendenza che negli ultimi anni è andata sempre più radicandosi sul territorio nazionale e che vede un incremento dell’impiego di lavoratori stranieri. Provenienti soprattutto dai Paesi del Nord Africa, il loro inserimento è spinto sia da motivazioni di carattere economico, identificabili nei minor costi che questi lavoratori comportano, sia dalla crescente difficoltà di reperire forza lavoro nazionale.

«Gli stranieri sono impiegati principalmente in attività di pesca a strascico mediterranea e oceanica. Questo fenomeno non ha toccato la piccola pesca, basata su un’attività familiare che sostanzialmente esclude la forza lavoro straniera», ha commentato Ettore Ianì, Presidente di Lega Pesca. 

Per quanto riguarda le qualifiche, circa l’88,3% dei lavoratori nel settore rientra nella categoria cosiddetta di “bassa forza”, che comprende, tra gli altri, mozzi, marinai, e giovanotti di coperta. I comandanti, direttori di macchina e meccanici, che rientrano nella categoria di “stato maggiore” rappresentano l’11,4%, mentre i lavoratori “polifunzionali”, cioè chi si imbarca con una doppia funzione, rappresentano solo lo 0,3%. 

«Per gli stranieri è più difficile migliorare la propria condizione e ottenere una qualifica più soddisfacente, e per ovviare a queste difficoltà Lega Pesca è impegnata attivamente nella creazione di corsi di formazione e nello stimolare le istituzioni a rivedere la normativa vigente, che riteniamo punitiva verso i lavoratori stranieri», conclude Ianì. 

Alessia Pautasso
a.pautasso@slowfood.it

http://sloweb.slowfood.it/sloweb/ita/dettaglio.lasso?cod=C2744B880c5b3172CBKXH2D8D9EB&ln=it

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