Relazione della Commissione Eu sulle possibilità di pesca nelle acque comunitarie, AIAB: “Necessario un coordinamento complessivo delle politiche della pesca e dell’acquacoltura, nonché un indirizzamento verso le produzioni di qualità e biologiche”
La relazione della Commissione europea in merito alle potenzialità di pesca nelle acque comunitarie prende atto di una situazione di sovrasfruttamento degli stock ittici conosciuta a livello UE ed internazionale già da diversi anni.Tutti i rapporti ufficiali, compreso quello annuale della FAO, tendono infatti a sottolineare il raggiungimento generalizzato di limiti di pesca (limiti tecnologici e sovrasfruttamento delle risorse) ed evidenziano invece la crescita delle produzioni di acquacoltura che, oltre a rappresentare un’alternativa sostenibile, potrebbero andare a costituire insieme ad essa, in numerose realtà, un vero e proprio sistema produttivo acquicolo integrato finalizzato alla razionalizzazione dei prelievi e alla sostenibilità del lavoro.
La proposta di applicazione di modalità di pesca basate sul “rendimento massimo sostenibile” e, in particolare, la prospettiva di basare ogni decisione su dati scientifici con un approccio di tipo precauzionale, rappresentano quindi importanti elementi che indicano una tendenza all’allineamento del comparto a criteri di miglioramento delle strategie complessive di sviluppo e di sostenibilità ambientale ed economica già indicate, per l’acquacoltura UE, nella Risoluzione del Parlamento europeo del 1 7 giugno 2010 – ("Un nuovo impulso alla strategia per lo sviluppo sostenibile dell'acquacoltura europea" 2009/2 1 070N1). Indicazioni in tal senso erano già emerse lo scorso anno in seno alla Commissione pesca ed avevano evidenziato le potenzialità dell’acquacoltura, in particolare biologica, nella creazione di distretti di produzione integrata, nel recupero di numerosi areali produttivi costieri d ella UE nella valorizzazione delle specie autoctone.
Per AIAB ciò che sarà fondamentale per la razionalizzazione delle attività di pesca sarà la possibilità di disporre di una pluralità di pareri scientifici che possano garantire la trasparenza e l’equità di tutto il processo decisionale, così come l’avvio di politiche di promozione e di informazione rivolte al consumatore per diffondere una migliore conoscenza di tutte quelle specie ittiche considerate meno pregiate, ma particolarmente interessanti, oltre che per aspetti inerenti la sostenibilità del loro prelievo in natura, sotto il profilo nutrizionale e dell’impatto economico all’acquisto.
Secondo AIAB, inoltre, Il contesto generale evidenzia la necessità di un ripensamento e di un coordinamento complessivo delle politiche della pesca e dell’acquacoltura senza i quali nessuna azione potrà avere piena efficacia e rischia di trasformarsi in un rimedio temporaneo all’emergenza. In questo senso l’attenzione e le scelte dovrebbero essere indirizzate verso le produzioni sostenibili di qualità e biologiche le uniche in grado, allo stato attuale, di fornire garanzie di miglioramento, di innovazione produttiva e di mercato e di razionalizzazione del comparto.
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