Rapporto Unione Internazionale per Conservazione Natura (Uicn)
MADRID, 3 MAG - Il degrado dell'habitat marino, l'inquinamento e la pesca eccessiva stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di 40 specie marine del Mediterraneo. E' l'allarme che deriva dai risultati di studio realizzato dall'Unione internazionale per la Conservazione della Natura (Uicn). Secondo l'organizzazione ambientalista, fra le specie minacciate figura quasi la metà degli squali, delle razze e almeno 12 specie di pesci ossei, fra i quali, Oltre a delfini, balene e tartarughe, il tonno rosso, la cernia, la corvina, il merluzzo.
"C'è una diminuzione stimata del 50% nel potenziale di riproduzione di queste specie negli ultimi 40 anni, provocato dalla eccessiva pesca intensiva", ha spiegato Kent Carpentes, coordinatore della Valutazione globale marina dell'Uicn, in dichiarazioni ai media. E' il motivo per cui tali specie sono state catalogate nel rapporto come "minacciate" o "quasi minacciate" di estinzione nel Mediterraneo. Il rapporto evidenzia la necessità di rafforzare la normativa di restrizione della pesca, di creare nuove riserve marine, di ridurre l'inquinamento e rivedere le quote di pesca, sopratutto riguardo la cattura delle specie a rischio. (ANSAmed)
"C'è una diminuzione stimata del 50% nel potenziale di riproduzione di queste specie negli ultimi 40 anni, provocato dalla eccessiva pesca intensiva", ha spiegato Kent Carpentes, coordinatore della Valutazione globale marina dell'Uicn, in dichiarazioni ai media. E' il motivo per cui tali specie sono state catalogate nel rapporto come "minacciate" o "quasi minacciate" di estinzione nel Mediterraneo. Il rapporto evidenzia la necessità di rafforzare la normativa di restrizione della pesca, di creare nuove riserve marine, di ridurre l'inquinamento e rivedere le quote di pesca, sopratutto riguardo la cattura delle specie a rischio. (ANSAmed)
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