PESCA: CONFAGRICOLTURA, NELLA UE SERVE POLITICA PER ACQUACOLTURA
 15:10 24 FEB 2011 
(AGI) - Roma, 24 feb.- "La riforma della politica comune della pesca (PCP), necessariamente dovra' tenere in considerazione l'acquacoltura riuscendo a coniugare le esigenze di sviluppo del comparto con una equilibrata gestione delle risorse ". Lo ha detto il presidente dell'Associazione piscicoltori italiani di Confagricoltura, Pier Antonio Salvador, alla Fiera di Roma, in occasione del convegno: "Dall'acquacoltura marina, dalla vallicoltura alla maricoltura". Il professor Stefano Cataudella, dell'Universita' di Tor Vergata, ha aperto i lavori del convegno, promosso dal ministero delle Politiche agricole in vista della prossima riforma della PCP che sara' operativa dal 2013, riassumendo lo "stato dell'arte" dell'acquacoltura italiana. "L'allevamento, da cui in futuro dipendera' sempre piu' l'approvvigionamento di prodotti ittici - ha sostenuto - non avra' certamente una posizione di secondo piano nella futura politica comune, occorre percio' fornire alla Commissione UE proposte capaci di potenziare l'acquacoltura, risolvendo quelle problematiche che, finora, ne hanno frenato lo sviluppo".
  "Rispetto al passato l'acquacoltura ha un approccio piu' sereno con il mondo della pesca; i settori, infatti, sono complementari, non in competizione tra loro - ha rilevato Salvador -. E l'allevamento ittico ha un ruolo prezioso in termini di sostenibilita' ambientale, economica e sociale soprattutto nelle aree marginali". Il presidente dell'API ha anche sottolineato la necessita' di accrescere il rapporto tra ricerca, produzione e ambiente, nonche' il legame tra sicurezza alimentare e sicurezza sociale: "Occorre che ci siano maggiori garanzie sulle produzioni extracomunitarie, ma anche piu' attenzione in ambito comunitario, dove le condizioni di lavoro e di tutela del lavoratore non sono uguali alle nostre". A parere del presidente dei piscicoltori di Confagricoltura la nuova PCP, infine, dovra', andare verso un'effettiva semplificazione burocratica, uguale in tutti i Paesi e prevedere forme di sostegno indifferenziate tra tutte le Regioni. (AGI) Bru
15:10 24 FEB 2011 
(AGI) - Roma, 24 feb.- "La riforma della politica comune della pesca (PCP), necessariamente dovra' tenere in considerazione l'acquacoltura riuscendo a coniugare le esigenze di sviluppo del comparto con una equilibrata gestione delle risorse ". Lo ha detto il presidente dell'Associazione piscicoltori italiani di Confagricoltura, Pier Antonio Salvador, alla Fiera di Roma, in occasione del convegno: "Dall'acquacoltura marina, dalla vallicoltura alla maricoltura". Il professor Stefano Cataudella, dell'Universita' di Tor Vergata, ha aperto i lavori del convegno, promosso dal ministero delle Politiche agricole in vista della prossima riforma della PCP che sara' operativa dal 2013, riassumendo lo "stato dell'arte" dell'acquacoltura italiana. "L'allevamento, da cui in futuro dipendera' sempre piu' l'approvvigionamento di prodotti ittici - ha sostenuto - non avra' certamente una posizione di secondo piano nella futura politica comune, occorre percio' fornire alla Commissione UE proposte capaci di potenziare l'acquacoltura, risolvendo quelle problematiche che, finora, ne hanno frenato lo sviluppo".
"Rispetto al passato l'acquacoltura ha un approccio piu' sereno con il mondo della pesca; i settori, infatti, sono complementari, non in competizione tra loro - ha rilevato Salvador -. E l'allevamento ittico ha un ruolo prezioso in termini di sostenibilita' ambientale, economica e sociale soprattutto nelle aree marginali". Il presidente dell'API ha anche sottolineato la necessita' di accrescere il rapporto tra ricerca, produzione e ambiente, nonche' il legame tra sicurezza alimentare e sicurezza sociale: "Occorre che ci siano maggiori garanzie sulle produzioni extracomunitarie, ma anche piu' attenzione in ambito comunitario, dove le condizioni di lavoro e di tutela del lavoratore non sono uguali alle nostre". A parere del presidente dei piscicoltori di Confagricoltura la nuova PCP, infine, dovra', andare verso un'effettiva semplificazione burocratica, uguale in tutti i Paesi e prevedere forme di sostegno indifferenziate tra tutte le Regioni. (AGI) Bru
(AGI) - Roma, 24 feb.- "La riforma della politica comune della pesca (PCP), necessariamente dovra' tenere in considerazione l'acquacoltura riuscendo a coniugare le esigenze di sviluppo del comparto con una equilibrata gestione delle risorse ". Lo ha detto il presidente dell'Associazione piscicoltori italiani di Confagricoltura, Pier Antonio Salvador, alla Fiera di Roma, in occasione del convegno: "Dall'acquacoltura marina, dalla vallicoltura alla maricoltura". Il professor Stefano Cataudella, dell'Universita' di Tor Vergata, ha aperto i lavori del convegno, promosso dal ministero delle Politiche agricole in vista della prossima riforma della PCP che sara' operativa dal 2013, riassumendo lo "stato dell'arte" dell'acquacoltura italiana. "L'allevamento, da cui in futuro dipendera' sempre piu' l'approvvigionamento di prodotti ittici - ha sostenuto - non avra' certamente una posizione di secondo piano nella futura politica comune, occorre percio' fornire alla Commissione UE proposte capaci di potenziare l'acquacoltura, risolvendo quelle problematiche che, finora, ne hanno frenato lo sviluppo".
"Rispetto al passato l'acquacoltura ha un approccio piu' sereno con il mondo della pesca; i settori, infatti, sono complementari, non in competizione tra loro - ha rilevato Salvador -. E l'allevamento ittico ha un ruolo prezioso in termini di sostenibilita' ambientale, economica e sociale soprattutto nelle aree marginali". Il presidente dell'API ha anche sottolineato la necessita' di accrescere il rapporto tra ricerca, produzione e ambiente, nonche' il legame tra sicurezza alimentare e sicurezza sociale: "Occorre che ci siano maggiori garanzie sulle produzioni extracomunitarie, ma anche piu' attenzione in ambito comunitario, dove le condizioni di lavoro e di tutela del lavoratore non sono uguali alle nostre". A parere del presidente dei piscicoltori di Confagricoltura la nuova PCP, infine, dovra', andare verso un'effettiva semplificazione burocratica, uguale in tutti i Paesi e prevedere forme di sostegno indifferenziate tra tutte le Regioni. (AGI) Bru
 
Il 31 gennaio la FAO ha presentato a Roma l’ultimo rapporto del suo “Department on Fisheries and Aquaculture” sulla situazione globale di pesce e acquacoltura nel 2010. I consumi hanno superato ogni record, al punto da creare allarme sulla disponibilità e la preservazione delle risorse ittiche planetarie. 
Gli autori del rapporto suggeriscono perciò di aumentare gli sforzi per il rafforzamento dei controlli. Sottolineano l’esigenza di affrontare con apposite misure, anche di tipo commerciale, i problemi legati alla pesca illegale, alla pesca non dichiarata e a quella non regolamentata (IUUF, “Illegal, Unreported and Unregulated Fishing”). Misure quali l’interdizione dei mercati internazionali ai prodotti che derivano da queste pratiche, nell’ottica di migliorare la gestione del settore e ridurre i livelli di iper-sfruttamento.