Valle Sacchetta Sacchettina

Valle Sacchetta Sacchettina
visitata lo scorso 13 novembre

giovedì 25 agosto 2011

http://www.ilcomuneinforma.it/viaggi/7874/pesca-in-valle-nella-laguna-di-venezia-uomini-e-reti/

giovedì 28 luglio 2011

Tonno e rischio estinzione: la nuova campagna As do Mar punta sul rispetto. Del mare, dei pesci e del suoi dipendenti

Ilfattoalimentare.it si è occupato spesso delle problematiche relative alla pesca sostenibile del tonno, una delle specie ittiche più sfruttate e a rischio. Tra l’altro, segnalando le campagne di Greenpeace che hanno messo in luce le aziende alimentari più corrette (poche, accanto a tante “bocciate” sul piano ecologico) nella produzione della conserva più consumata al mondo. Tra queste As Do Mar, (Gruppo Generale Conserve, fatturato 2010: 123 milioni di euro; fatturato previsto 2011: 146 milioni di euro).leader del segmento premium e tra i primi attori del mercato del tonno.
Proprio in questi mesi l’azienda ha lanciato una innovativa campagna pubblicitaria firmata Tbwa\Italia: al centro del messaggio non ci sono solo le qualità organolettiche dei prodotti, ma il valore etico che Generale Conserve persegue da anni: il rispetto. Per il mare, la materia prima e i propri dipendenti. I protagonisti della campagna, un cartone animato prodotto in 3D, sono due operai - un uomo e una donna - di As do Mar che si fanno portavoce dell'azienda in cui lavorano per raccontarne i valori fondamentali.
Come spiega un comunicato dell’azienda, As do Mar lavora solo tonno adulto (Tonno Skipjack e Tonno Pinna Gialla) - quindi di peso uguale o superiore ai 20 Kg - per assicurare la riproduzione degli esemplari e non utilizza specie in pericolo, come il tonno rosso, né acquista tonno proveniente da riserve marine  o da zone destinate a diventarlo. Inoltre, la pesca avviene solo con imbarcazioni legalmente registrate e iscritte nel registro sanitario Europeo, che utilizzano metodi selettivi, cioè che riducono il più possibile le prese accidentali di delfini, squali e altre specie protette.
Questa attenzione è valsa ai prodotti la certificazione di “Friend of The Sea”, l’organizzazione no-profit internazionale che promuove gli alimenti da pesca e acquacultura sostenibile. Friend of The Sea certifica solo prodotti provenienti da zone di mare non sovrasfruttate, la cui pesca prevede metodi selettivi e non dannosi per il fondo del mare.
Oltre a questo, nello stabilimento di Olbia - che occupa circa 250 persone, quasi tutte donne -  As do Mar lavora solo tonni interi. L’azienda ha ottenuto anche la certificazione SA 8000, perchè Generale Conserve risponde a specifici requisiti etico sociali e si impegna a garantire la tutela delle condizioni di lavoro per tutti coloro che operano all'interno del ciclo produttivo.
Un ultima nota: lo stabilimento è alimentato al 100% da energia verde: un buon esempio di come si può coniugare qualità, impiego e rispetto per l'ambiente in Italia.

 Mariateresa Truncellito

sabato 23 luglio 2011

centrale Porto Tolle: no al carbone!



Ciao,

Luca Zaia, il governatore leghista della Regione Veneto, vuole fare un regalo a Enel: cambiare la legge di un parco già fragilissimo – quello del Delta del Po – per consentire la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle. C'è poco tempo per fermarlo: in Consiglio regionale stanno discutendo la legge proprio in queste ore.

L'inquinamento atmosferico prodotto dalla centrale a carbone impatterebbe su un'area di centinaia di chilometri, rendendo l'aria della "Padania" ancor più irrespirabile. 
Questa centrale produrrebbe:
  • Più di 10 milioni di tonnellate l'anno di CO2: oltre 4 volte le emissioni annuali di una città come Milano
  • Circa 2.800 tonnellate l'anno di ossidi di azoto, equivalenti alle emissioni annue di 3,5 milioni di auto
  • Circa 3.700 tonnellate di ossidi di zolfo, cioè più del doppio delle emissioni annue dell'intero settore trasporti in Italia

Il progetto di riconversione a carbone è già stato bocciato dal Consiglio di Stato: vogliono cambiare la legge per aggirare la sentenza e favorire Enel.

L'occupazione e lo sviluppo industriale non c'entrano nulla. Davanti alla vecchia centrale c'è il terminal gasifero offshore più grande del mondo: convertire la centrale a gas costerebbe la metà, occuperebbe poco meno e inquinerebbe molto meno. Se poi Enel spendesse quei soldi in energia pulita, occuperebbe fino a 17 volte di più.



Grazie!
 



Andrea Boraschi
Responsabile campagna Energia e Clima 
Greenpeace Italia